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Trinciatura residui potatura: scopri tutti i vantaggi

News _ 14 Giugno 2024

Specialmente per colture come l’olivo, la vite e, più in generale, i frutteti, la gestione razionale ed efficace dei residui di potatura rappresenta un’operazione molto importante sia dal punto di vista ambientale che economico.

Questo perché la potatura, un’agrotecnica indispensabile per massimizzare le potenzialità produttive delle piante arboree, genera una significativa quantità di materiale vegetale di scarto che può variare dai 20 ai 40 quintali per ettaro in vigneti o uliveti adulti. Questi residui, se non gestiti correttamente, possono diventare ingombranti e problematici.

La tentazione di eliminare con il fuoco questo materiale è spesso molto forte. Tuttavia, si tratta di una pratica che deve essere limitata per due ragioni fondamentali:

  • Impatto sul suolo. L’abbruciamento provoca la rapida mineralizzazione della sostanza organica, impedendo la formazione di humus, essenziale per la fertilità del suolo.
  • Qualità dell’aria. La combustione può significativamente degradare la qualità dell’aria, soprattutto quando i residui sono accumulati in grandi quantità.

Va sottolineato che l’abbruciamento dei residui di potatura è permesso a livello normativo purché avvenga in loco e di cumuli con dimensioni ridotte. Inoltre, bisogna considerare che ogni Regione o Comune hanno la possibilità di intervenire limitando o modificando – anche solo temporaneamente – le modalità di smaltimento degli scarti della potatura.

Da questo possiamo notare come la trinciatura dei residui di potatura rappresenta una soluzione non solo più sostenibile, ma anche più efficace rispetto all’eliminazione tramite combustione.

In questo articolo, entreremo più nel dettaglio di questa pratica, analizzandone i numerosi vantaggi e i benefici per il terreno. Iniziamo!

Trinciatura in campo: perché è la scelta migliore

Dal punto di vista agronomico, la trinciatura dei residui di potatura rappresenta la soluzione ottimale per la gestione di questi materiali in campo.

Questo metodo, infatti, consente di lavorare a velocità elevate, senza limitazioni relative alla lunghezza dei filari, e permette di completare il processo con una sola operazione, rendendo l’intero procedimento estremamente efficiente.

Il beneficio più significativo della trinciatura, però, risiede nella sua capacità di arricchire il suolo. Questa pratica, infatti, restituisce al terreno circa il 25% del fabbisogno annuale di sostanza organica, migliorando notevolmente la struttura del suolo.

La costante rimozione di sostanza organica, al contrario, può portare a un impoverimento progressivo del terreno, problema che non può essere completamente risolto con la sola concimazione e che richiede notevole incremento dei costi.

Studi sperimentali, inoltre, confermano i vantaggi della trinciatura.

Ad esempio, da 23 a 24 quintali per ettaro di residui di potatura possono trasformarsi in 4-8 quintali di humus per ettaro. Inoltre, la trinciatura fornisce al suolo quantità significative di elementi minerali, coprendo il 10-30% del fabbisogno annuo di macroelementi e il 30-50% di quello in microelementi.

Questi contributi essenziali supportano la fertilità del suolo e promuovono una maggiore sostenibilità nelle pratiche agricole.

Trinciare i residui di potatura: come farlo al meglio?

Dopo aver completato le operazioni di potatura, per preparare i campi alla trinciatura dei residui è molto importante rimuovere i rami più grossi – che possono essere utilizzati come legna da ardere.

Successivamente, durante la trinciatura, è necessario assicurarsi che la macchina trinciatrice sminuzzi e sfibri il materiale legnoso nel modo più accurato possibile, proprio come fanno le trinciatrici Forigo. Questo favorisce una rapida degradazione del materiale da parte della microflora del terreno una volta che questo viene interrato.

Per accelerare ulteriormente il processo di degradazione, esistono prodotti commerciali specificamente formulati per essere distribuiti sul terreno prima dell’intervento meccanico che apportano microrganismi che facilitano la decomposizione del materiale.

Un’alternativa naturale, invece, è l’utilizzo di letame di alta qualità, che produce un effetto simile.

Conclusione

Abbiamo visto come la trinciatura dei residui di potatura sia una pratica agronomica vantaggiosa perché reintroduce sostanza organica nel terreno.

Tuttavia, è necessario prestare attenzione a delle piccole accortezze, specialmente nei terreni dove si sono insediati funghi parassiti del legno, come gli agenti di cancri o il mal del piombo.

In tali casi, i residui legnosi possono aumentare il potenziale di inoculo di questi patogeni, fungendo da alimentazione per loro nel terreno.

Considerata questa piccola accortezza, la pratica della trinciatura, quando effettuata correttamente e con una trincia che può fare la differenza, non solo contribuisce alla fertilità del terreno ma aiuta anche a mantenere un ambiente più sostenibile evitando l’uso di metodi meno ecologici come la combustione dei residui.

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Autore
R&S Forigo
Divisione Ricerca e Sviluppo di Forigo Roteritalia. Team di esperti impegnati nello studio e nell’analisi delle principali tecniche agricole ed orticole utilizzate oggi. La conoscenza unita alla competenza sono il punto di partenza per il miglioramento continuo in uno scenario di innovazione e sviluppo tecnologico.
Ultimo aggiornamento
06/11/2024

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