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Preparazione letto di semina: 3 regole per ottenere risultati ottimali

News _ 30 Gennaio 2018

La preparazione del letto di semina è una delle fasi di lavorazione del terreno che influiscono maggiormente sulla crescita della coltura. Diversi fattori concorrono alla buona riuscita di questo procedimento. Vediamo insieme in cosa consiste e quali sono le 3 regole da rispettare per ottenere i risultati ottimali.

L’agricoltura, secondo alcuni ricercatori, sarebbe nata addirittura dodicimila anni fa, e comportò il progressivo abbandono del nomadismo e la costituzione di villaggi stabili e di maggiori dimensioni. L’attività che marcò il confine fra i “cacciatori-raccoglitori” e gli “agricoltori” fu la semina di alcune piante erbacee annuali che già l’uomo aveva imparato a raccogliere per sostenere e integrare la sua dieta. La transizione avvenne per la prima volta nella mezza luna fertile, dove molte delle specie oggi coltivate crescevano spontaneamente. Le prime seminate furono probabilmente l’orzo e il farro, forse un frumento (fra le graminacee), la lenticchia, il cece, il pisello e la veccia (fra le leguminose). Con la semina ebbe inizio la domesticazione di queste specie alle quali molte altre si affiancarono nei millenni successivi. La semina richiedeva, ieri come oggi, una preparazione preliminare del terreno per garantire al seme deposto nel suolo condizioni adeguate al suo sviluppo. Cerchiamo di capire come si prepara un letto di semina iniziando con l’esaminare le condizioni che permettono al seme di germinare.

 

Le condizioni per la germinazione

Il seme per germinare ha bisogno di calore, acqua e ossigeno e un terreno che consenta al coleoptile (graminacee) o al cotile (leguminose e dicotiledoni in genere) di raggiungere in un tempo breve (indicativamente qualche giorno) la luce del sole. La fase di germinazione vera e propria, invece, non richiede luce perché l’energia e la materia necessarie a coprire i fabbisogni dello sviluppo iniziale sono fornite dalle riserve nutritive accumulate nel seme stesso. Esistono, però, specie con semi caratterizzati da una fotosensibilità positiva, cioè che avviano la germinazione solo dopo aver ricevuto una certa dose di luce, o negativa cioè in totale assenza. La luce preparazione-letto-di-semina.pngcomunque non ostacola la germinazione della maggioranza delle nostre colture, tant’è che l’interramento, sotto questo profilo, è spesso superfluo. Una buona copertura è invece richiesta per garantire al seme durante la germinazione condizioni costanti di temperatura e umidità.

Le esigenze di temperatura sono diverse da specie a specie. Per quelle coltivate nei climi temperati le temperature ideali sono in genere comprese fra i 18 e i 24°C. Fra le specie a semina autunnale alcune, come orzo e frumento tenero, riescono a germinare anche con temperature di pochi gradi sopra lo zero. Le specie a semina primaverile (soprattutto se di origine tropicale o sub tropicale come soia e fagiolo) sono nettamente più esigenti in termini di temperatura. Il mais, salva l’ampia variabilità genetica, richiede almeno 12 °C per fornire una germinazione regolare e relativamente rapida.

La temperatura del terreno è importante soprattutto per le semine primaverili perché si esce da una stagione fredda e le specie sono più esigenti. Per “scaldare” il terreno bisogna lavorarlo. Un terreno lavorato, anche solo in superficie, tende a riscaldarsi prima perché la lavorazione riduce la presenza di residuo che, coprendo la superficie, rallenta sia l’evaporazione e sia il riscaldamento per irraggiamento. Oltre a questo, la lavorazione favorisce l’evaporazione dell’acqua: un terreno asciutto ha un’inerzia termica minore e quindi si riscalda prima di un terreno umido. Un terreno caldo consente di anticipare le semine primaverili.

Perché inizi e si completi il processo germinativo, l’acqua nel terreno che avvolge il seme dev’essere sufficiente a imbibire i suoi tegumenti e raggiungere l’embrione; inoltre deve essere disponibile in abbondanza durante l’intero processo, almeno fino allo sviluppo delle prime radici. Infatti, a differenza del seme che assorbe acqua per mera differenza di pressione, le radici sono in grado di assumere acqua anche con meccanismi attivi.

Terzo fattore della germinazione è l’ossigeno che deve essere disponibile all’interno del terreno. Infatti, con la rottura del tegumento protettivo indotto dall’assorbimento di acqua, l’ossigeno penetra all’interno del seme permettendo al metabolismo della germinazione di procedere alla mobilitazione delle sostanze di riserva (e fornire energia attraverso il ciclo aerobico di Krebs) e alla sintesi proteica e delle altre sostanze richiesta dallo sviluppo.

Infine, il terreno deve possedere una struttura tale da consentire la protrusione della radichetta e la crescita dell’organo che, uscendo dal terreno, darà origine alle prime foglie (quest’organo è denominato ipocotile quando dal terreno fuoriescono i cotiledoni; epicotile quando i cotiledoni rimangono all’interno del terreno). È quindi importante che la nascente plantula abbia la possibilità di raggiungere l’atmosfera prima di esaurire le riserve nutritive. Con la fuoriuscita del cotile dal suolo può iniziare la fotosintesi e con essa l’affrancamento dalle riserve nutritive del seme: il progressivo e bilanciato sviluppo di foglie e radici consentirà alla pianta di progredire nella sua crescita.

 Preparazione-letto-di-semina-germinazione0.jpg

 

Il letto di semina ideale

Da queste brevi note si possono dedurre le caratteristiche di un buon letto di semina.

Innanzitutto il terreno, alla profondità di deposizione, deve possedere una buona umidità, tale da consentire l’imbibizione del seme e quindi l’innesco degli enzimi che avviano la germinazione.

Un terreno “troppo” lavorato può essere secco (problema comune nella regione mediterranea che può manifestarsi sia in primavera e sia in autunno), un terreno non lavorato può essere freddo (aspetto che, in primavera, interessa soprattutto le aree continentali del centro e del nord Europa). In entrambi i casi diventa necessario ritardare la semina o attendersi una lenta e non uniforme emergenza della coltura. Per ottenere un buon risultato nella crescita, è bene effettuare un livello di lavorazione non eccessivo durante la preparazione del letto di semina.

L’acqua in eccesso deve poter sgrondare con facilità e ciò avviene se è buona la permeabilità fornita dai macropori e se non ci sono suole di lavorazione che impediscono (o rallentano) la percolazione dell’acqua in profondità. In carenza d’acqua la stessa potrebbe risalire per capillarità dagli strati sottostanti, più profondi, attraverso i micropori. Anche in questo caso la presenza di una suola di lavorazione o comunque di strati di suolo compressi e poco permeabili è di ostacolo alla risalita per capillarità.

Dato che la germinazione (e poi l’intero processo vegetativo) richiede un equilibrato rapporto fra acqua e aria, la possibilità che l’acqua circoli con facilità nel terreno, è molto importante. Un’efficace preparazione del letto di semina consente di ottenere una buona struttura del terreno, che garantisca un equilibrato rapporto fra micro e macro pori, l’unico stato fisico del suolo che consenta ad aria e acqua di circolare liberamente.

L’emergenza delle piantine è inoltre ostacolata dalla formazione della crosta superficiale. La crosta superficiale si forma quando, in terreni ricchi di limo e argilla, la lavorazione produce terra fine nella fase di preparazione del letto di semina e si manifesta un andamento meteorologico secco. Ciò provoca un indurimento di uno strato di terreno che può rappresentare un serio ostacolo all’emergenza della coltura. Alcune attrezzature, come ad esempio le zappatrici, tendono a frantumare con grande efficacia tutte le zolle. A discapito di questa diffusissima (e ancora utile) attrezzatura va riconosciuto che tale tendenza è acuita da un impiego non corretto.

Infatti, sia per evitare la formazione della crosta superficiale e sia per garantire un equilibrato rapporto fra micro e macropori (la condizione ideale si raggiunge intorno al 50%) è necessario ridurre l’intensità delle lavorazioni di preparazione del letto di semina. Per raggiungere questo scopo è necessario non eseguire lavorazioni principali che generano eccessivi sconvolgimenti del suolo e la formazione di zolle. Inoltre è necessario eseguire l’intervento di affinamento quando il terreno è ancora in tempera (e perciò subito dopo la lavorazione principale). Solo così l’affinamento si potrà ottenere in un unico passaggio, con una lavorazione poco intensiva e quindi più rispettosa della struttura del terreno.

Un’ultima annotazione che potrà aiutarci a capire come preparare un buon letto di semina. Le radici hanno una notevole forza di penetrazione: la loro estremità, protetta da una cuffia molto resistente, avanza secondo il principio del torchio idraulico, creandosi lo spazio per potersi sviluppare all’interno del terreno. I terreni tenaci non sono un ostacolo alla crescita delle piante anche quando non sono lavorati, purché al loro interno vi sia una buona circolazione dell’acqua e dell’aria.

 

Consigli per la preparazione del letto di semina

La preparazione del letto di semina è facile nei terreni sciolti e diventa via via più complessa con l’aumentare della presenza di limo e argilla. Infatti, nei terreni tenaci la lavorazione acquista un ruolo determinante sia nel bene che nel male: talvolta è complice della creazione di condizioni antitetiche a quelle descritte, utili a garantire prima la germinazione e poi l’affrancamento della coltura.

Oltre alla tessitura vi è inoltre un secondo aspetto da considerare: la dimensione del seme da cui dipendono l’energia germinativa e la profondità di semina. Per quest’ultima vale la regola di deporre il seme a una profondità che sia un multiplo del suo diametro: indicativamente da 2 a 5 volte. Sorgono quindi alcuni problemi di gestione sia nella preparazione del terreno e sia nell’operazione di semina, quando si gestiscono colture dai semi minuti.

La dimensione dei semi è variabile da specie a specie. Fra le colture estensive, cereali e oleoproteaginose hanno semi grandi o molto grandi, tranne il colza; semi piccoli alcune foraggere, soprattutto leguminose. Fra le orticole invece vi sono molte specie con semi piccoli o addirittura minuti, come carota, valeriana, rucola, cicoria, lattuga ecc. Il primato del seme più piccolo spetta alla camomilla (0,04 g/1.000 semi!).

Specie erbacea

Peso medio 1.000 semi, g

 

Specie erbacea

Peso medio 1.000 semi, g

Allium cepa – Cipolla

 3,60

 

Helianthus annus – Girasole

 80,00

Allium porrum – Porro

 2,70

 

Hordeum vulgare – Orzo

 45,00

Arachis hypogaea – Arachide

 60-100

 

Lactuga sativa – Lattuga

 0,90

Asparagus officinalis – Asparago

 20,00

 

Lens culinari – Lenticchia

 50,00

Avena sativa – Avena

 33,00

 

Lupinus luteus – Lupino giallo

 150,00

Beta vulgaris – Barbabietola

 20,00

 

Lycopersicum lycopersicum – Pomodoro

 2,70

Brassica chinensis – Cavolo sedano

 2,50

 

Matricaria chamomilla – Camomilla

 0,04

Brassica napus – Colza

 4,00

 

Medicago sativa – Erba medica

 2,00

Brassica oleracea – Cavolo

 3,00

 

Nicotiana tabacum – Tabacco

 0,07

Brassica senape – Senape nera

 2,00

 

Ocimum basilicum – Basilico

 1,40

Cannabis sativa – Canapa

 20,00

 

Origanum vulgare – Origano

 0,20

Capsicum spp – Peperone

 6,50

 

Oryza sativa – Riso

 28-45

Cicer ariethinum – Cece

 400,00

 

Phacelia tanacetifolia – Facelia

 2,00

Cichorium endivia – Scarola

 1,30

 

Phaseolus vulgari – Fagiolo

 200-600

Cichorium intybus – Radicchio

 1,30

 

Pisum sativum – Pisello

 200-300

Cynara scolymus – Carciofo

 55,00

 

Raphanus sativus – Ravanello

 8,00

Cynara cardunculus – Cardo

 35,00

 

Secale cereale – Segale

 27,00

Citrullus lanatus – Cocomero

 100,00

 

Sinapis alba – Senape bianca

 6,00

Cucumis melo – Melone

 30,00

 

Solanum melongena – Melanzana

 3,80

Cucumis sativus – Cetriolo

 30,00

 

Spinacia oleracea – Spinacio

 11,00

Cucurbita maxima – Zucca

 250,00

 

Triticum aestivum – Frumento tenero

 38,00

Cucurbita pepo – Zucchino

 150,00

 

Triticum durum – Frumento duro

 50,00

Daucus carota – Carota

 0,85

 

Triticum spelta – Spelta

 55-105

Fagopyrum esculentum – Grano saraceno

 20,00

 

Valeriana officinalis – Valeriana

 1,20

Foeniculum vulgare – Finocchio

 3,50

 

Valerianella locusta – Valerianella

 2,00

Glycine max – Soia

 120-180

 

Vicia faba – Fava

 400-2000

Gossipium spp. – Cotone

 125,00

 

Zea mays – Mais

 100-500

 

Preparazione del letto di semina per colture estensive

Il letto di semina, un tempo caratterizzato da una coltre di terra fine dove un qualsiasi utensile leggero era in grado di aprire il solco e depositare il seme, è stato sostituito da un terreno poco lavorato, grossolano, talvolta con residui colturali miscelati nei primi centimetri, o presenti in superficie, o addirittura da un terreno non lavorato (in un’ottica di agricoltura sostenibile). Un letto di semina grossolano non è soggetto a formazioni di crosta superficiale, riduce l’evaporazione e facilita l’emergenza delle piante.

Le tre regole per preparare un buon letto di semina per le colture estensive sono:

  1. Eliminare, quando presenti, la suola di lavorazione e le ormaie prodotte dal passaggio delle macchine, con interventi affidati a decompattatori con ancore che non rivoltino il suolo in modo da rispettarne la naturale stratigrafia. Tale intervento va eseguito solo quando le condizioni del terreno lo richiedono e a una profondità maggiore di circa 10-15 cm a quella della suola di lavorazione o delle ormaie;
  2. Eseguire una lavorazione superficiale a profondità non superiori a 10 cm per le semine autunnali e fra i 10 e i 15 cm per le semine primaverili. Con residuo colturale abbondante questo intervento può essere anticipato rispetto all’epoca di semina in modo da favorire la decomposizione del residuo stesso miscelandolo nello strato più superficiale del terreno. L’anticipo dell’intervento permette di applicare la tecnica della falsa semina;
  3. Quando l’intervento di preparazione del letto di semina è stato anticipato rispetto alla semina della coltura si dà modo alle infestanti di germinare. Ciò facilita il controllo che può essere chimico o, meglio, meccanico. In questo caso s’interviene a pochi centimetri di profondità con lo scopo di devitalizzare le infestanti, bloccare l’eventuale evaporazione dell’acqua per risalita capillare ed evitare la formazione della crosta superficiale.

 

Preparazione del letto di semina per colture orticole

Quando invece si procede alla semina di specie dal seme minuto, il letto di semina deve presentare alcune caratteristiche peculiari. Infatti, un terreno grossolano, ottimo per i cereali e le oleoproteaginose, non riesce a garantire a semi minuti, come ad esempio quelli della carota, le condizioni descritte.

preparazione-letto-di-semina-interratrice-G35.jpegIn questo caso è necessario realizzare uno strato di terra più fine sulla zona dove verrà deposto il seme (indicativamente da uno a tre centimetri). Per preservare la struttura del terreno è necessario ricorrere ad attrezzature in grado di contenere l’azione disgregatrice sul terreno.

Le tre regole per preparare un buon letto di semina per le colture orticole sono:

  1. Eliminare, quando presenti, la suola di lavorazione e le ormaie prodotte dal passaggio delle macchine, con interventi affidati a decompattatori con ancore che non rivoltino il suolo in modo da rispettarne la naturale stratigrafia o semplici ripuntatori ad ancora dritta. Tale intervento va eseguito solo quando le condizioni del terreno lo richiedono e a una profondità maggiore di circa 10-15 cm a quella della suola di lavorazione o delle ormaie;
  2. Direttamente su terreno sodo, o dopo la ripuntatura, una lavorazione eseguita con interratrice a profondità di 10-15 cm se non sono presenti sassi, residui vegetali o cover crops, più profonda (15-20 cm) in caso siano presenti o quando, com’è auspicabile, si voglia procedere alla semina su aiuola rilevata. L’interratrice ha la capacità di fare una selezione granulometrica mantenendo in superficie la terra più fine e in profondità zolle e residui vegetali. Per le sue particolari modalità di funzionamento riduce, rispetto alle altre attrezzature azionate dalla presa di potenza, le azioni negative sul suolo;
  3. In presenza di cover crops da interare o abbondanti residui vegetali freschi è opportuno anticipare la lavorazione con l’interratrice, provvedendo a ridosso della semina a “rinfrescare” il letto di semina lavorando molto superficialmente il suolo.

 

In conclusione

La preparazione del letto di semina, come abbiamo visto, è una lavorazione importante sotto diversi punti di vista. Dedicarvi la giusta attenzione è ciò che può fare la differenza tra una buona e una meno buona produzione.

Con questo articolo, speriamo di averti fornito le informazioni di cui avevi bisogno. Se dovessi avere qualche dubbio o volessi sapere come le soluzioni Forigo possono essere adattate alle tue specifiche esigenze per la preparazione del letto di semina (e non solo), non esitare a contattarci! Il nostro team di esperti è sempre a tua disposizione.

Autore
R&S Forigo
Divisione Ricerca e Sviluppo di Forigo Roteritalia. Team di esperti impegnati nello studio e nell’analisi delle principali tecniche agricole ed orticole utilizzate oggi. La conoscenza unita alla competenza sono il punto di partenza per il miglioramento continuo in uno scenario di innovazione e sviluppo tecnologico.
Ultimo aggiornamento
06/11/2024

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