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Agricoltura convenzionale: un modello produttivo non più al passo con i tempi
News _ 30 NOVEMBRE _2025
Sebbene abbia consentito un notevole aumento della produttività agricola, l’agricoltura convenzionale presenta anche numerosi svantaggi, in particolare dal punto di vista della sostenibilità ambientale. In questo articolo approfondiremo le principali differenze tra agricoltura convenzionale, biologica e integrata, analizzando vantaggi, svantaggi e l’impatto di ciascun modello.
Cos’è l’agricoltura convenzionale?
Con agricoltura convenzionale si intende un sistema di produzione, ormai obsoleto sotto diversi punti di vista, che si basa sull’utilizzo prevalente di fertilizzanti e agrofarmaci di sintesi e di pratiche di coltivazione intensive, come arature ad elevate profondità, e soprattutto sul miglioramento genetico delle specie vegetali di interesse alimentare umano e zootecnico.
Questo approccio è nato e si è sviluppato in gran parte del mondo tra gli anni quaranta e gli anni settanta del novecento, cioè il periodo della cosiddetta Rivoluzione Verde. L’obiettivo principale dell’agricoltura convenzionale è puntare alla massima resa possibile per unità di superficie di suolo, non dando particolare peso agli eventuali impatti negativi sull’ambiente nel medio-lungo termine.
Vediamo in sintesi la differenza tra agricoltura convenzionale, biologica e integrata.
Differenze tra agricoltura convenzionale e biologica
L’agricoltura biologica si differenzia da quella convenzionale per il suo approccio sostenibile, che esclude l’uso di agrofarmaci e fertilizzanti non di origine organica e esalta le pratiche agronomiche che salvaguardano il suolo e gli ecosistemi.
Nel dettaglio l’agricoltura convenzionale fa ampio uso di pesticidi e fertilizzanti di sintesi, mentre quella biologica utilizza sostanze naturali come compost, letame e fertilizzanti di origine organica.
Nell’agricoltura convenzionale è comune la monocoltura, che permette di massimizzare la resa di una singola coltura; l’agricoltura biologica, invece, promuove la rotazione delle colture per migliorare la fertilità del suolo e la biodiversità.
L’agricoltura biologica mira a ridurre l’inquinamento dell’acqua e la perdita di biodiversità, mentre l’agricoltura convenzionale può portare a degrado del suolo, contaminazione delle falde acquifere e perdita di habitat naturali.
Differenze tra agricoltura convenzionale e integrata
L’agricoltura integrata rappresenta un compromesso tra il modello convenzionale e quello biologico: punta a ridurre l’impatto ambientale senza rinunciare all’efficienza produttiva.
Se da un lato l’agricoltura convenzionale impiega pesticidi e fertilizzanti senza particolari restrizioni (lotta a calendario), l’agricoltura integrata cerca di razionalizzarne l’uso associando trattamenti che riducono la deriva delle sostanze chimiche nell’ambiente a tecniche di lotta biologica e, più in generale, pratiche agronomiche più rispettose del suolo come le lavorazioni conservative.
Vantaggi e svantaggi dell’agricoltura convenzionale
L’agricoltura convenzionale presenta numerosi vantaggi, che ne hanno favorito la diffusione globale.
- Alta produttività: grazie all’uso di fertilizzanti e pesticidi, le colture crescono più rapidamente e in quantità maggiori rispetto ad altri metodi agricoli.
- Efficienza economica: permette di ridurre i costi di produzione per unità di prodotto, rendendo i beni agricoli più accessibili ai consumatori.
- Migliore gestione delle malattie e dei parassiti: l’impiego di prodotti fitosanitari “senza limiti” consente di proteggere le colture e minimizzare le perdite.
- Disponibilità di cibo su larga scala: l’alta resa permette di soddisfare la crescente domanda alimentare mondiale.
- Meccanizzazione avanzata: uso di macchinari efficienti e tecnologici, come gli erpici rotanti, frese e interratrici, che permettono lavorazioni rapide, profonde e omogenee del terreno.
Nonostante i benefici, l’agricoltura convenzionale presenta diversi aspetti negativi, soprattutto dal punto di vista ambientale e della salute umana.
- Degrado del suolo: l’uso intensivo di fertilizzanti di origine sintetica e agrofarmaci può impoverire il terreno e ridurre la sua fertilità nel tempo.
- Inquinamento dell’acqua: i composti chimici derivanti dai fertilizzanti e dagli agrofarmaci possono contaminare le falde acquifere, con conseguenze negative per la salute umana e gli ecosistemi.
- Perdita di biodiversità: la monocoltura riduce la varietà genetica delle piante e può causare la scomparsa di specie animali e vegetali locali.
- Resistenza alle sostanze attive: l’uso prolungato degli stessi agrofarmaci può favorire lo sviluppo di patogeni o specie vegetali infestanti resistenti.
- Impatto sulla salute umana: residui di agrofarmaci negli alimenti possono avere effetti dannosi sul lungo periodo, soprattutto se non vengono rispettate le normative sui tempi di carenza dei trattamenti.
L’agricoltura convenzionale rimane oggi centrale per soddisfare le esigenze alimentari globali, ma richiede un equilibrio attento tra produttività e sostenibilità. Grazie all’innovazione tecnologica e all’uso razionale di macchine avanzate come quelli di Forigo, è possibile mitigare gli svantaggi e promuovere una produzione sempre più consapevole e sostenibile.
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Divisione Ricerca e Sviluppo di Forigo Roteritalia. Team di esperti impegnati nello studio e nell’analisi delle principali tecniche agricole ed orticole utilizzate oggi. La conoscenza unita alla competenza sono il punto di partenza per il miglioramento continuo in uno scenario di innovazione e sviluppo tecnologico.
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